« Ecco quel che resta di uno dei più famosi e celebrati
palazzi dell’antichità. Siamo nei pressi di Madean, Iraq, a una trentina di
chilometri da Baghdad. La città era la sfarzosa capitale dell’impero Persiano
(che al tempo includeva sia Iran che Iraq, ovvero Persia e Mesopotamia), nel
periodo dei Parti e dei Sasanidi, dinastie che regnarono rispettivamente tra il
III secolo a. C. e il III d. C., e da allora al VII d. C. coevi dI Roma,
Bisanzio e dell’Ellenismo. La capitale si chiamava Ctesiphon, il palazzo è noto
come Taq-i-Kisra. Costruito da Shapur I intorno al 250, ha un favoloso arco,
alto 36 metri e profondo 48, che tuttora resiste, anche se non si sa per
quanto. Ancora relativamente integro nell’Ottocento, caduto in rovina
soprattutto negli ultimi 3 decenni, tra conflitto con l’Iran, invasione Usa e
guerra tra Sunniti e Sciti » [Repubblica, maggio 2013], tema oggi di
grande attualità visto quello che sta accadendo in Medio Oriente.
Le N.T.C. italiane (Norme Tecniche sulle Costruzioni) del 2008, redatte peraltro da ‘illustri’ scienziati - pur tuttavia del tutto ‘ignoranti’ dell’arte e della scienza del costruire -, affermano che non si può costruire con la terra: infatti citano che i componenti della malta non devono contenere sostanze organiche o grassi o terrose o argillose. Purtroppo a Ctesiphon gli architetti che hanno costruito il palazzo di Taq-i-Kisra non lo sapevano e hanno costruito questo gigantesco arco in terra (sic!). Questo progetto sarebbe sicuramente stato respinto da qualsiasi ufficio sismico della italica penisola.
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