domenica 28 giugno 2015

Costruire con la terra a Ctesiphon





« Ecco quel che resta di uno dei più famosi e celebrati palazzi dell’antichità. Siamo nei pressi di Madean, Iraq, a una trentina di chilometri da Baghdad. La città era la sfarzosa capitale dell’impero Persiano (che al tempo includeva sia Iran che Iraq, ovvero Persia e Mesopotamia), nel periodo dei Parti e dei Sasanidi, dinastie che regnarono rispettivamente tra il III secolo a. C. e il III d. C., e da allora al VII d. C. coevi dI Roma, Bisanzio e dell’Ellenismo. La capitale si chiamava Ctesiphon, il palazzo è noto come Taq-i-Kisra. Costruito da Shapur I intorno al 250, ha un favoloso arco, alto 36 metri e profondo 48, che tuttora resiste, anche se non si sa per quanto. Ancora relativamente integro nell’Ottocento, caduto in rovina soprattutto negli ultimi 3 decenni, tra conflitto con l’Iran, invasione Usa e guerra tra Sunniti e Sciti » [Repubblica, maggio 2013], tema oggi di grande attualità visto quello che sta accadendo in Medio Oriente.

Le N.T.C. italiane (Norme Tecniche sulle Costruzioni) del 2008, redatte peraltro da ‘illustri’ scienziati  - pur tuttavia del tutto ‘ignoranti’ dell’arte e della scienza del costruire -, affermano che non si può costruire con la terra: infatti citano che i componenti della malta non devono contenere sostanze organiche o grassi o terrose o argillose. Purtroppo a Ctesiphon gli architetti che hanno costruito il palazzo di Taq-i-Kisra non lo sapevano e hanno costruito questo gigantesco arco in terra (sic!). Questo progetto sarebbe sicuramente stato respinto da qualsiasi ufficio sismico della italica penisola.




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